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Editoriale: La piena liberta di voto sarà decisiva per la futura sorte della città di Veroli se gli elettori sapranno scegliere con saggezza gli amministratori
Se devo essere sincero, adesso che la campagna elettorale ha abbassato i suoi toni, posso dire che non mi è piaciuta per niente, non mi ha affascinato, non ho trovato nulla di interessante e di nuovo nelle parole e nei programmi dei cinque candidati a sindaco , che corrispondano alle esigenze della popolazione. Si è vero! Tutti hanno detto e promesso che si deve fare, si farà, c’è da fare, faremo, ma guarda caso tutti hanno dimenticato, specie quelli che nella politica nostrana si sono fatti venire capelli e barba bianchi, che la nostra città, la bella Veroli, è ferma al palo da più di quarant’anni. Una dimenticanza oppure dicono le cose sapendo di mentire? Veroli non è cresciuta, non si è modernizzata, non ha avuto una metamorfosi nella crescita sociale ed economica, l’antico ed importante borgo in tutti questi anni si è andato via via svuotando in tutte le sue componenti, gli abitanti che da Borgo Santa Croce fino a Torre Caravicchia si sono ridotti a poche anime, le attività commerciali hanno subìto un calo clamoroso fino al collasso, quelle artigianali sono oramai completamente scomparse. Il turismo, che doveva essere il volano della economia cittadina, non ha mai avuto grossa fortuna da queste parti perché ignorato, eppure la città ne ha di bellezze storico-artistiche , che in tanti ci invidiano, da offrire ai visitatori. Un tempo Veroli era definito il centro di studi per eccellenza della regione, nelle nostre scuole hanno studiato persone che oggi sono professionisti affermati, noti giornalisti e scrittori, medici e chirurghi ricercati, magistrati di un certo livello, insomma, gente che conta e che ha iniziato la formazione professionale nelle nostre scuole, senza dimenticare i vari Convitti pieni zeppi di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia e che ancora oggi ricordano Veroli con devozione e rispetto. E allora ecco che basterebbe, con poche mosse, curare e rilanciare queste istituzioni per risollevare la città e l’intero territorio. Non è facile lo so! Occorrono diverse cure e terapie intensive e poi diverse ricette mirate per tentare di risollevare le sorti di una città nobile decaduta, ricette semplici, che però richiedono volontà e intelligenza manageriale, quella che purtroppo è mancata ai vari amministratori in tutti questi anni. Perché non dare una ritoccatina al Piano Regolatore Generale per agevolare l’edilizia privata, visto che quella pubblica è latitante (Ater docet), che si insinui nella immediata periferia della città per farla espandere, senza dover ricorrere a costruzioni nel deserto (Scifelli, S. Domenico, San Giuseppe Le Prata, Valenzano, Cantalupo ecc. hanno insegnato qualcosa?). Le partite IVA potrebbero aumentare nei numeri se la città si ripopola, se i proprietari di locali chiusi abbassano le pretese e vengono incontro al giovane imprenditore, se la burocrazia, anche quella amministrativa, riduce le esigenze, accorcia i tempi di rilascio dei permessi e propone degli incentivi. Insomma, una serie di cose che potrebbero favorire l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali e di tipo ricettivo come alberghi, ristoranti, pizzerie. Il turismo, parola pronunciata da tutti gli amministratori che in questi cinquanta anni si sono succeduti al comando della città, quindi inflazionata, ma mai trasformata in realtà; perché parliamoci chiaro, Veroli potrebbe, anzi dovrebbe vivere di turismo perché non ha risorse industriali da vantare, l’ agricoltura, altra risorsa importante, è stata abbandonata da tempo. La scuola: chi non ricorda il glorioso Ginnasio Franchi, l’Istituto Magistrale Ada Negri, il Liceo Giovanni Sulpicio, l’istituto di Avviamento Commerciale e industriale Caio Mario, la Scuola Media Mazzini, oltre alle classi di scuola elementare oggi dedicate all’architetto Antonio Valente. Mancava soltanto una o più branche Universitarie e Veroli sarebbe diventata davvero la citta degli studi. Ma tantè! La politica nostrana non è stata efficace e soprattutto invadente nelle alte istituzioni che decidono. Tornando alla campagna elettorale di questo strano maggio, non solo sotto il profilo meteorologico, sono convinto che i cittadini non abbiano capito granchè di quello che i vari candidati a sindaco hanno detto in questo intenso mese di propaganda, forse distratti dai panini con porchetta e la birra. Tutti, dico tutti! Che cosa hanno in mente di fare per la nostra città? Qualcuno di loro, non più giovane politicamente ha promesso mare e monti ma già sa che non potrà realizzare neanche uno dei suoi propositi. Qualche altro che si propone come nuovo ma che ha navigato in politica senza risultati eclatanti, dice esattamente le stesse cose del primo ma è cosciente che se dovesse farcela avrà le mani legate da tanti lacci e lacciuoli, dal patto di stabilità e dai mille cavilli delle leggi statali. Qualche altro che potrebbe essere il nuovo forse non verrà creduto e non ha la forza ammaliatrice degli altri e forse si è già rassegnato alla sconfitta. Eppure molti degli antichi profeti della politica verolana si sono ripresentati al cospetto degli elettori a raccontare le solite storie, in un film già visto, che valgono solo in occasione della propaganda elettorale perché sanno che dopo quella c’è il nulla. Mentre invece la popolazione aspetta, nonostante tutto, che il miracolo accada! Io no, mi sono arreso, non credo più ai miracoli e tanto meno alle favole di quelli che si sono proposti e riproposti più volte negli anni senza poi dare seguito alle proposte fatte. E’ un gioco di parole lo so, per questo credo che tutti noi cittadini non voglio più dedicarci al gioco delle loro promesse. Ma andare a votare per sperare in un avvedimento ed in un cambiamento radicale della politica è doveroso: D’altro canto è la sola libertà che ancora ci possiamo permettere!
g. federico@veroli24network
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